“La violenza genera violenza.” —Eschilo
Oggi, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita dall’ONU nel 1999, è l’occasione per ricordare l’importanza di combattere ogni forma di violenza e abuso.
Anche in Ticino, questa giornata inaugura una campagna significativa che, con il motto STOP Violenza Domestica: Tutti UNiti per mettere fine alla violenza contro le donne, si svolge ogni anno dal 25 novembre al 10 dicembre, Giornata internazionale per i diritti umani.
campagna contro la violenza domestica: scarica qui il programma.
È un’occasione per riflettere sulla violenza contro le donne e sulla protezione dei minori, ma anche per affrontare un tema cruciale spesso trascurato: le false accuse. In contesti di separazione o divorzio, accuse infondate di violenza o maltrattamenti possono scatenare meccanismi legali e sociali dannosi, con gravi conseguenze per tutti i coinvolti, soprattutto per i bambini.
Quest’anno ho avuto il privilegio di partecipare a una tavola rotonda organizzata dall’Associazione Giuriste Svizzere presso l’Università della Svizzera Italiana. L’evento, dal titolo Oltre le mura: strumenti giuridici e limiti della lotta contro la violenza domestica, è stato un’importante occasione per approfondire temi complessi legati alla tutela dei minori. Ho avuto modo di ascoltare con interesse e confrontarmi con relatori autorevoli, tra cui la coordinatrice Myriam Proce, il Pretore Manuel Bergamelli, il Presidente ARP Siro Buzzi e l’Avv. Alessia Minotti, su questioni spesso sottovalutate e trascurate ma di grande impatto sociale.
La situazione in Canton Ticino?
In Ticino, come altrove, le false accuse in contesti di separazione e divorzio sono un problema che sta emergendo con forza, causando danni enormi. Spesso, accuse gravi di violenza domestica fisica e psichica (IPV: Intimate Partner Violence) e violenza assistita vengono mosse senza un adeguato approfondimento, attivando meccanismi giudiziari e sociali che possono richiedere addirittura anni per essere chiariti. Nel frattempo, i danni — soprattutto per i figli — sono già stati fatti.
Quando il soggetto abusante non esiste affatto
A livello internazionale, diversi studi hanno dimostrato come le accuse di violenza possano essere strumentalizzate per fini lontani dalla tutela delle vittime di reati. Ecco i principali scopi:
- Ricatti economici: utilizzare la legge per ottenere vantaggi finanziari indebiti.
- Allontanamento dai figli: usare i figli come arma contro l’ex partner per distruggere il rapporto tra un genitore e i propri figli, con accuse costruite ad arte.
- Vendetta personale: colpire l’ex partner con una brutalità psicologica e sociale per annientarlo.
Qui è doverosa una importante precisazione: nessuno intende sminuire la gravità delle ignobili violenze fisiche e sessuali di cui molte donne sono vittime. Quando sono vere, vanno denunciate e combattute con forza determinazione. È una piaga che va debellata. Ma chi inventa tali accuse non solo danneggia l’accusato, ma tradisce anche le vere vittime, perpetuando un’ingiustizia che non si può più ignorare.
Oggi, dopo anni di sottovalutazione, il fenomeno delle false accuse è divenuto così evidente che l’emergenza è ormai riconosciuta da esperti di diversi ambiti: Magistratura, Avvocatura, Polizia, Psicologia, Neuropsichiatria e Criminologia.
I numeri parlano chiaro
Le testimonianze di esperti e i dati raccolti nel contesto italiano danno un’idea dell’entità del problema:
- Secondo Barbara Bresci, Sostituto Procuratore di Sanremo, “Sempre più spesso si ricorre alla querela del coniuge o convivente per risolvere a proprio favore i contenziosi civili per l’affidamento dei figli o per l’assegno di mantenimento.”
- Uno studio del Prof. Giovanni Camerini ha rivelato che su 60 denunce di abuso sessuale in contesti separativi, solo 3 sono sfociate in condanne, mentre 57 sono state archiviate o concluse con assoluzioni.
- La psicologa Chiara Camerani denuncia una “violenza subdola e vendicativa” che spesso colpisce sistematicamente il padre.
- Stando alle affermazioni di Benedetta Priscitelli, neuropsichiatra infantile, “Sarebbe utile indagare sulle conseguenze, non solo per gli adulti ma per gli stessi bambini, di questi coinvolgimenti in denunce infondate. Occorre più ricerca sull’uso strumentale delle denunce di abusi, oltre ad un’inchiesta sul modus operandi dei centri che le favoriscono…”
I rischi delle false accuse
- Scattano automatismi giudiziari e sociali: il presunto colpevole viene allontanato dalla casa e/o dai figli, spesso senza verifiche preliminari sufficienti o addirittura senza verifiche.
- L’assenza di competenze specifiche alimenta pregiudizi: professionisti non adeguatamente qualificati e formati in materia possono avallare narrazioni false, aggravando il danno.
- I bambini sono le prime vittime: sottoposti a sottrazioni, procedure giudiziarie e/o terapeutiche invasive, spesso subiscono traumi peggiori delle presunte violenze.
Possibili soluzioni: la necessità di una Task Force Specializzata
La rapida distinzione tra verità e invenzione è cruciale nei casi di accuse. È indispensabile accertare se si tratti di violenza reale, garantendo protezione alla vittima e ai minori dalla persona effettivamente abusante. Al contrario, quando le accuse risultano false, i minori devono essere tutelati dalla figura che ha mentito, responsabile di manipolazione e maltrattamenti psicologici.
Per affrontare questa complessa problematica, diventa essenziale istituire una task force multidisciplinare, come già accade in altri Paesi. Questo pannello dovrebbe includere specialisti in psicologia e psichiatria infantile, assistenti sociali adeguatamente formati, agenti di Polizia specializzata, avvocati con una preparazione specifica in ambito familiare e giudici esperti. Solo una rete di professionisti preparati può garantire indagini rapide ed equilibrate, proteggendo i minori senza alimentare conflitti tra gli adulti.
È fondamentale che ogni accusa o denunzia venga presa sul serio e verificata con rigore, ma anche che le tempistiche siano brevi per evitare di prolungare situazioni dannose per i bambini. Le accuse false non devono mai essere tollerate, poiché rischiano di compromettere profondamente l’integrità psicologica dei più vulnerabili.
Un appello per un maggior controllo e sensibilità
In Ticino e altrove, è essenziale sensibilizzare gli operatori legali e sociali, promuovere una formazione adeguata e garantire che ogni caso venga valutato con attenzione e imparzialità. Ogni situazione è unica, e la giustizia deve essere in grado di discernere tra chi ha realmente bisogno di protezione e chi, invece, sta abusando del sistema. La vera tutela dei minori passa attraverso un’analisi accurata e una gestione equa di ogni caso, affinché la loro sicurezza non venga compromessa da pregiudizi o false accuse.
È tempo che si affronti questa problematica con decisione, adottando misure concrete, come possono essere:
- Indagini più rigorose: verifiche accurate prima di adottare provvedimenti drammatici.
- Formazione specializzata per gli operatori: magistrati, psicologi e assistenti sociali devono saper riconoscere le accuse strumentali.
- Una vera protezione dei minori: salvaguardare i loro diritti senza farne strumenti di conflitti tra gli adulti. Non tutti i conflitti tra genitori sono uguali: esistono situazioni di maltrattamenti, patologie e altre problematiche che richiedono un’analisi approfondita caso per caso. È fondamentale evitare di fare di ogni erba un fascio, riconoscendo le diverse realtà e agendo sempre nel loro superiore interesse, come sancito dalle Convenzioni internazionali per i diritti del fanciullo.
Le false accuse non solo danneggiano il sistema giudiziario, ma sviliscono il grido di aiuto delle vere vittime di violenza. È ora di interrompere questo circolo vizioso, proteggendo individui, famiglie e la credibilità della giustizia.
Tu cosa ne pensi? Ci sono altre misure che proporresti?