Ogni bambino ha il sacrosanto diritto di crescere senza violenza.
La Posizione della Commissione federale per l’infanzia e la gioventù CFIG1 è molto chiara: “attualmente la Svizzera non è in grado di proteggere dalla violenza nemmeno bambini piccolissimi.”
Violenza contro minori: conseguenze gravissime
Le ricerche scientifiche degli ultimi decenni confermano che le violenze subite nei primi anni di vita, quando il cervello è ancora in piena formazione, provocano danni neurologici significativi. Queste pratiche non solo mettono a rischio lo sviluppo psicofisico del bambino, ma aumentano la probabilità di problematiche a lungo termine, come depressione, disturbi da stress post-traumatico e comportamenti antisociali o aggressivi. Anche il sistema immunitario può subire compromissioni, dimostrando come la spirale di violenza lasci segni profondi e duraturi, ostacolando una crescita sana e armoniosa.
La situazione in Svizzera
In Svizzera, la violenza fisica e psicologica nell’educazione colpisce un bambino su due, come rivelano studi dell’Università di Friburgo e altri enti. Anche punizioni percepite come “educative” possono avere effetti devastanti paragonabili agli abusi gravi.
Nonostante un calo nell’uso delle punizioni fisiche frequenti, il loro ricorso sporadico rimane stabile, coinvolgendo quasi 46.000 bambini sotto i sei anni. Inoltre, oltre il 20% subisce punizioni psicologiche pesanti. Molti genitori non riconoscono queste pratiche come violenza, sottovalutandone i danni. Fattori come stress, mancanza di supporto e bassa istruzione aumentano il rischio di ricorrere a metodi punitivi dannosi. È urgente agire per spezzare questo ciclo.
E in Canton Ticino?
Come riportato dai media2 locali, in aggiunta a quanto evidenziato, la situazione in Ticino non è diversa da quella a livello nazionale. Anche nel nostro Cantone, infatti, il numero di segnalazioni di maltrattamenti e violenze sui bambini è in aumento, rispecchiando una tendenza preoccupante che coinvolge tutta la Svizzera. Le dinamiche familiari rimangono un contesto ad alto rischio, con la violenza che continua a manifestarsi principalmente all’interno della famiglia e cerchia ristretta del minore, e l’incremento delle violenze psicologiche è un fenomeno che non risparmia nemmeno il nostro territorio.
Un’emergenza sociale: la teoria c’è, ma la pratica?
La protezione dei bambini dalla violenza è sancita da norme internazionali come la Convenzione ONU sui diritti del fanciullo (CRC), nonché dalla Costituzione svizzera e dalle leggi cantonali. Tuttavia, nella realtà quotidiana, la Svizzera è lontana dal garantire un’effettiva tutela dei minori. Sebbene il quadro giuridico preveda il diritto a un’educazione senza violenza, mancano strumenti concreti per tradurre queste disposizioni in azioni efficaci.
L’uso della violenza, fisica o psicologica, rimane diffuso nelle famiglie svizzere. Secondo i dati disponibili, molti genitori continuano a ricorrere a una disciplina violenta, spesso per mancanza di consapevolezza o supporto adeguato. Gli sforzi preventivi risultano scarsi e disomogenei tra i Cantoni, lasciando migliaia di bambini esposti a forme di abuso che compromettono il loro sviluppo e il loro benessere.
Azioni necessarie: cosa si può fare?
Per garantire ai minori in Svizzera il diritto di crescere senza violenza, sono indispensabili interventi mirati, come evidenziato dalla CFIG:
- Legislazione chiara: Inserire nel Codice Civile il diritto dei bambini a crescere senza violenza, offrendo un riferimento legale per genitori e specialisti.
- Prevenzione e sensibilizzazione: Fornire una formazione adeguata e rendere il pubblico interessato, come futuri genitori ad esempio, consapevoli delle conseguenze della violenza. Campagne mirate devono raggiungere famiglie a rischio, minori e operatori del settore educativo.
- Rilevamento precoce: Tutti gli addetti ai lavori, dagli specialisti della salute e dell’educazione, agli operatori sociali, alla Polizia e Magistratura ecc. devono poter beneficiare di una formazione adeguata e di alta qualità per identificare segnali di violenza e intervenire tempestivamente.
- Supporto concreto: Garantire che i servizi di consulenza specializzati siano accessibili ovunque, indipendentemente dalla residenza, e migliorare il coordinamento tra istituzioni.
- Monitoraggio continuo: Raccogliere dati affidabili per monitorare l’efficacia delle misure adottate e intervenire dove necessario.
Nonostante la Svizzera abbia ratificato la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia (CRC), manca ancora una legislazione chiara contro la violenza sui minori. Paesi come Svezia e Germania dimostrano che agire è possibile e necessario. La Svezia, pioniera in questo ambito, ha visto un crollo nell’accettazione delle punizioni corporali, passata dal 53% all’8% dopo l’introduzione della legge nel 1979. In Germania, il divieto costituzionale della violenza in ambito educativo, accompagnato da campagne educative mirate, ha ridotto significativamente ogni forma di maltrattamento. Questi esempi offrono alla Svizzera un modello efficace da seguire.
Tutti i problemi nascono da qui
Nel mio libro Nel rispetto dell’infanzia, evidenzio come il trattamento riservato ai bambini costituisca il pilastro di ogni società. La violenza nei loro confronti non è solo una questione familiare, ma un’emergenza di salute pubblica con conseguenze profonde: dalla salute mentale individuale alla capacità di vivere e contribuire positivamente alla comunità.
Punizioni corporali, umiliazioni, intimidazioni: queste pratiche non devono essere tollerate; non solo feriscono i bambini nel presente, ma compromettono il loro futuro. Da queste esperienze nascono comportamenti antisociali, fallimenti scolastici, difficoltà relazionali e problemi di ogni genere che ricadono su tutta la società. Spezzare questa spirale, questo trauma che si trasmette di generazione in generazihone come un virus, non è solo un atto di giustizia verso l’infanzia, ma un investimento cruciale per il benessere collettivo.
Non c’è più tempo da perdere
È tempo che la Svizzera si assuma pienamente le sue responsabilità verso i bambini. È indispensabile un cambio di paradigma che metta i diritti dei minori davvero al centro e non solo a parole, con interventi mirati che rendano effettiva la loro protezione.
Ogni bambino ha il sacrosanto diritto a crescere senza violenza, circondato da adulti che li educano con rispetto e cura. Investire in questo significa investire nel futuro di tutta la società. Se vogliamo costruire una società migliore, dobbiamo partire dai bambini. Ogni passo verso un’educazione rispettosa dei diritti del bambino è una vittoria per tutti!
Un appello per il cambiamento
La violenza nell’educazione, spesso banalizzata o ignorata, è un tema che richiede maggiore attenzione e azione. In Svizzera e in Ticino, siamo pronti a riflettere seriamente sul modo in cui trattiamo i bambini e a promuovere una cultura di rispetto e crescita sana per le future generazioni?
E tu, cosa ne pensi? Qual è la tua esperienza con questa tematica nel contesto svizzero o ticinese? Che suggerimenti proporresti per affrontare questa realtà e migliorare le prospettive per i nostri bambini?
Condividi la tua opinione e uniamoci per costruire un futuro più giusto e consapevole.
- Il diritto dei minori a un’educazione senza violenza Situazione in Svizzera, necessità d’intervento e raccomandazioni della CFIG. Dipartimento federale dell’interno DFI, Commissione federale per l’infanzia e la gioventù CFIG, Berna 2019. ↩︎
- Violenza Oltre duemila casi di maltrattamenti sui bambini nel 2023 in Svizzera, Corriere del Ticino, 29 aprile 2024 ↩︎