“Nessuno è più schiavo di colui che si considera libero senza esserlo.”
—Johann Wolfgang Goethe
La conferenza “Schiavitù antiche e moderne nel pensiero dei giuristi“, organizzata nella splendida cornice della Biblioteca Cantonale di Bellinzona, è stata una preziosa occasione per riflettere su un tema complesso e purtroppo ancora attuale.
Attraverso gli interventi dei relatori, è emerso un filo conduttore che lega passato e presente: l’assoggettamento degli individui, che può assumere forme diverse, dalla schiavitù fisica a quella psicologica e culturale.
Tra i momenti più significativi, le riflessioni di Roy Garré hanno offerto un’introduzione stimolante al tema, mentre gli interventi di Isabella Zambotto e Filippo Contarini hanno approfondito aspetti cruciali:
- “Tra libertà e schiavitù di fatto: l’assoggettamento del corpo del debitore dai Nexi ai concorrenti di Squid Game” (Isabella Zambotto), che ha esplorato le fonti storiche e le connessioni fra i meccanismi di indebitamento del passato, l’attualità e le similitudini di quanto offerto dalla serie televisiva distopica-horror sudcoreana.
- “Schiavitù e invsibilità” (Filippo Contarini), che ha messo in luce come la schiavitù contemporanea sia diventata “invisibile” e si nasconda dietro facciate di normalità, sfuggendo alla percezione collettiva.
L’educazione come strumento di emancipazione (o di schiavitù)
Queste riflessioni mi hanno portato a ricollegarmi a un tema che considero cruciale: il ruolo dell’educazione nell’affermare la libertà individuale o, al contrario, nel creare “schiavi moderni”.
La storia ci insegna che l’educazione non è mai stata un terreno neutrale: per secoli, il modello educativo dominante si è basato su principi repressivi e gerarchici, volti a stroncare la volontà personale, spegnere la creatività e il pensiero critico, in favore dell’obbedienza e del conformismo. Questo approccio, definito “pedagogia nera”, ha creato generazioni di individui incapaci di realizzare appieno il loro potenziale e di manifestarsi liberamente per ciò che sono davvero.
Se vuoi approfondire questo tema, ti consiglio di leggere il mio articolo Breve storia della scuola e dell’educazione (all’obbedienza).
Il legame tra schiavitù moderna e controllo sociale
Nel corso della conferenza, non ho potuto fare a meno di pensare a come il controllo sociale si sia evoluto nel tempo. Da forme brutali di coercizione fisica, si è passati a modalità più sottili ma altrettanto pervasive: propaganda, manipolazione culturale e condizionamento psicologico.
La psicologia del XX secolo, con il suo focus su pulsioni distruttive e comportamenti irrazionali, ha giocato un ruolo chiave. Edward Bernays, nipote di Sigmund Freud e padrino della propaganda moderna, sosteneva che le masse “non sono in grado di governare sé stesse” e devono essere controllate da un’élite colta e ben preparata. Questo tipo di pensiero ha alimentato un sistema in cui la libera espressione individuale è stata inibita, sostituita da conformismo e consumismo.
Come sottolineo nel mio articolo Leader si nasce, ma poi veniamo educati a non esserlo, il nostro sistema educativo e sociale spesso spegne la nostra curiosità nonché capacità di condurre, creare e innovare, trasformandoci in esecutori passivi.
Nel rispetto dell’infanzia: il punto di partenza
Se vogliamo spezzare le catene, antiche e moderne, dobbiamo partire dall’educazione. Dobbiamo abbandonare i modelli repressivi e promuovere un’educazione basata sulla disciplina positiva: rispetto, empatia e pensiero critico. Ne parlo in modo più approfondito nel mio libro Nel rispetto dell’infanzia, in cui esploro come l’educazione possa diventare uno strumento di crescita e libertà, piuttosto che di oppressione e soffocamento delle potenzialità umane.
Come diceva Wilhelm Reich, molti dei problemi umani derivano dal blocco della libera espressione e dall’impossibilità di manifestare la propria vera essenza. Rivoluzionare l’educazione significa non solo creare individui liberi, ma anche una società più armoniosa, capace di valorizzare il potenziale umano.
Spunti per approfondire:
- Documentario consigliato: “The Century of the Self” di Adam Curtis. Questo documentario, suddiviso in quattro parti, analizza come le teorie di Freud siano state utilizzate per controllare le masse nell’era della democrazia di massa.
- Letture consigliate: Estratto del mio libro “Leadership XXI“ disponibile su Amazon, dove invito ad una profonda riflessione: a ripensare il business e la formazione, e rivalutare tutte le teorie sull’esperienza umana — a rivedere il sistema in un’ottica che esalti le potenzialità della persona.
Conclusione
L’educazione è uno strumento potente: può creare libertà o schiavitù. Oggi più che mai, è fondamentale ripensare i nostri modelli educativi e culturali, affinché non diventino strumenti di controllo, ma trampolini di emancipazione.
Se vuoi saperne di più, leggi gli articoli suindicati e fammi sapere cosa ne pensi nei commenti!
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